L'Italia è un luogo ricco di arte, fascino, gente calorosa ma soprattutto buon cibo: una delle mie passioni più grandi.
Ecco perché queste due settimane alla scoperta dei tesori culinari dello stivale, dall'estremo nord all'estremo sud, sono state un concentrato di gioia per le mie papille gustative e per la mia anima. Perché viaggiare è sempre VITA, in ogni sua forma.
A dirla tutta, sono anche state un concentrato di tanta fatica: ore infinite di guida, treni, aerei e traghetti. E ovviamente imprevisti. Non è mancato nulla.
Il primo giorno, dopo essere arrivata a Roma dalla Sardegna, l'auto ha dato subito dei problemi ma non mi sono persa d'animo, dopotutto sono una Donnavventura! Direzione officina, mezza giornata di ritardo sulla tabella di marcia ma comunque in serata sono arrivata nella bellissima l'isola d'Elba, prima veloce tappa di questo percorso.
Piatto da ricordare, una buonissima panzanella toscana e una schiacciata con salumi locali. Il tutto in riva al mare, nella suggestiva Porto Azzurro. Giro l'Isola in auto in lungo e in largo, per quanto possibile; sono arrivata tardi e non c'è tempo per fermarmi oltre, devo subito rientrare sulla terraferma perché a Piombino mi aspetta la mia compagna di avventura: Bianca, toscana doc ed esperta di vini.
Ci ritroviamo insieme dopo anni e subito, da brave Donnavventura, siamo operative alla guida e raggiungiamo Pisa a notte fonda, dove ci concediamo una passeggiata in una Piazza dei Miracoli quasi deserta; c'è una magica atmosfera nell'aria. Il viaggio può avere ufficialmente inizio!
Il giorno dopo, Pisa ci accoglie con degli ottimi spaghetti di mare e una bella bistecca toscana, che ci da la giusta energia per raggiungere Verona, nel pomeriggio. Non prima però di altre due foto di fronte alla torre. Dopo un lungo viaggio fatto di chiacchiere e aneddoti sulle nostre spedizioni, arriviamo a Verona che ci da il benvenuto con una meravigliosa cena a due passi dall'arena. Gustiamo un ottimo risotto all'Amarone ma prima, ovviamente, aperitivo a base di Spritz! Verona è magica e ci rapisce ma iniziamo a patire l'afa di luglio. E allora, cara Bianca, che si fa? Via verso il fresco Tirolo!
La mattina seguente, mentre guidiamo, il paesaggio si fa sempre più verde e l'aria più frizzante. Il viaggio, come sempre, procede tra risate, musica, foto e la consapevolezza che stiamo vivendo delle giornate che ricorderemo a lungo. E proprio quando sottolineiamo di essere fortunate, le Dolomiti iniziano a mostrarsi lungo la via. Sono uno spettacolo e non vediamo l'ora di arrivare nel piccolo villaggio di Sillian, in Austria a 10 minuti dal confine italiano. Ma prima decidiamo per una piccola deviazione nel meraviglioso lago di Braies, poco distante. Non possiamo perderlo! Dopo le foto di rito, lo stomaco brontola. Abbiamo guidato tanto e poi vogliamo sapere cosa mangeremo. Il ristorante "L'Osteria" ci ospita per cena. Lo chef ci stupisce con dei buonissimi spatzle fatti a mano e Bianca sceglie un vino locale niente male: che bontà!
Il villaggio è molto curato e la mattina seguente ne approfittiamo per fare un po' di sport immerse nella natura.
D'altronde i ritmi del viaggio sono serrati e dobbiamo ripartire, dunque dopo le ultime boccate d'aria fresca, ci prepariamo per tornare verso sud.
In Romagna!
Raggiungiamo Rimini in serata, dove tra un cappelletto al ragù e l'altro, l'Italia vince gli Europei di calcio. È un momento di festa nazionale ed è stato bello viverlo circondate dal famoso calore romagnolo. Rimini è diventata un fiume di gente in festa e, per un momento, le preoccupazioni che ormai dal 2020 affliggono il mondo, causa pandemia, si sono alleggerite. Sembra di essere tornate indietro nel tempo e, con tutte le dovute accortezze possibili, ci godiamo questo momento.
La mattina seguente ci dirigiamo ad Assisi e veniamo accolte con un menù a base di tartufo. Perfino il liquore!
C'è veramente di tutto sulla nostra tavola: torta al testo (la classica focaccia umbra), pasta fatta in casa, carne locale, antipasti di ogni genere, dolci. Che mangiata! La location di questa tipica osteria è in pieno centro, in una viuzza silenziosa e ricca di fascino. Ci siamo trovate davvero bene ma ora, come smaltire il pranzo se non passeggiando per la città? Questo luogo è sempre così bello e spirituale. È davvero un gioiello. Ma Assisi è anche l'ultima tappa del nostro percorso in due.
Dopo circa 2000 km dall'inizio del viaggio, il giorno seguente, purtroppo, Bianca deve lasciarmi. Ci troviamo a Roma e da qui proseguirò da sola. Sono felice di aver condiviso parte di questo viaggio con un'altra persona così simile a me. Sono state giornate molto intense che ricorderò sempre. E poi Bianca mi ha insegnato tante cose sul vino. Riuscirò d'ora in poi a sceglierlo bene anche da sola? Speriamo!
Dopo un pranzo ai piedi del Pantheon a base di trippa alla romana, mi rimetto subito in viaggio e arrivo in serata nel Salento. Subito mi immergo nelle vie di Gallipoli, piene di vita. Mi piace la sua atmosfera ma soprattutto il suo cibo: taralli di ogni tipo, cozze alla gallipolina, orecchiette. La cosa più bella? È che queste ultime sono state preparate da una signora sull'uscio di casa, che con pazienza e maestria espone e vende questo concentrato di cultura e gusto ai passanti.
Gallipoli mi regala un tramonto spettacolare. Me lo godo fino all'ultimo secondo, perché, anche se vorrei restare, si sa, devo scappare ed esplorare altri lidi.
Continuo a visitare la Puglia facendo tappa a Lecce e Bari di passaggio e, anche qui, una scoperta culinaria continua: caffè leccese, pasticciotti, frisella, polenta fritta. Da bere scelgo un buon Primitivo di Manduria (so che Bianca approverebbe). La cosa curiosa è che qui ritrovo per caso alcune persone conosciute a Gallipoli, le quali mi fanno da Cicerone. Che bella accoglienza! Mi sento a casa.
Queste due città sono ricche di storia e perdersi nei loro vicoli è d'obbligo.
Ho fatto proprio bene a fermarmi!
Ma ora è tempo delle ultime due tappe: Siracusa e Catania.
Atterro in Sicilia a notte fonda con un solo pallino: granita alla ricotta. Non vedo l'ora di provarla! Oltre che ovviamente gli immancabili cannoli e tutta la pasticceria siciliana.
La mia colazione non poteva che essere a base di granite e brioche, infatti. Ne assaggio addirittura 6! Qui in Sicilia, la parola "dieta" è assolutamente vietata.
Siracusa mi rapisce subito con la sua zona più antica: l'isola di Ortigia. È un concentrato di arte ed eleganza. Passeggerei per ore ma è quasi pranzo. Il cibo chiama! Visito il mercato locale e mi ritrovo immersa in sapori e profumi favolosi, oltre che da un calore umano che adoro.
Il mio pranzo si svolge in una piccola ma accogliente osteria in centro ed è da manuale: pasta, caponata, parmigiana, pesce.
Sto davvero per esplodere ma manca ancora il dolce e allora via con cannoli, cassate, marzapane.
Grazie Siracusa! Ti lascio veramente a malincuore.
Il giorno dopo è la volta di Catania, l'Etna è nascosto dalle nuvole ma pazienza. Dopotutto io cerco buon cibo, prima di tutto! Qui scopro il meraviglioso "Iris", non un fiore ma una bomba calorica di pane dolce fritto ripieno di crema. Iniziamo bene! Catania mi ha regalato mezza giornata nel suo centro storico, ho scoperto che qui la carne di cavallo è il piatto più tipico, insieme ovviamente ad arancini/e e tanto altri che vorrei portarmi in valigia ma purtroppo non ho più spazio. Lascio la Sicilia con la promessa di tornare (con una valigia più grande).
Da qui, rientro in Sardegna con un volo bimotore: avventura vera fino all'ultimo. Raggiunta la Costa Smeralda, vengo accolta con una cena fronte mare. Il menù è il classico della tradizione: maialetto allo spiedo, i miei adorati culurgiones e l'immancabile seada. Anzi, seadas, al plurale, perché ne ho mangiate due.
A questo punto, sono ormai passati 13 giorni e il mio percorso si conclude così, con in mano un buon bicchiere di Cannonau mentre il mio sguardo si perde verso l'isola di Tavolara.
Il viaggio è stato bellissimo e la compagnia super. Anche nel percorso in solitaria mi sono goduta ogni istante. Ogni luogo visitato mi ha lasciato un ricordo fatto di persone, sapori e profumi.
Che meraviglia che sei, Italia! È stata una fatica ma anche un enorme piacere e ripartirei domani stesso. Perché non c'è stanchezza più bella di quando fai qualcosa che ami. E io amo viaggiare.
Ah, anche mangiare, ovvio!
Buon appetito!
Paola
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