Sveglia presto questa mattina, ci aspetta la nave che ci porterà a Tahiti, da dove voleremo verso Rangiroa.
Saluto con un po’ di malinconia Mo’orea, la mia isola del cuore, prendo i bagagli e sono pronta a partire.
In nave io e le ragazze facciamo colazione e ci godiamo il mare da questa prospettiva, ad aspettarci al porto c’è il nostro driver fidato che ci ha accompagnato anche il primo giorno.
Prima di prendere il volo abbiamo qualche ora per fare un altro giro al mercato di Papeete e comprare qualche ricordino.
Insieme a noi, questa volta, c’è un omone alto, che si presenta come il nostro “bodyguard”, dice di essere spagnolo ma, mentre parla, usa tre lingue insieme, tutte male. Cerca subito di imparare i nostri nomi ripetendoli in modo buffo.
Sembra uscito da un cartone animato, è vestito di nero, con occhiali da sole che gli coprono metà volto e i modi di fare impacciati.
Ci racconta un po’ di curiosità su Tahiti che mi piacerebbe tanto poter scrivere, se solo le avessi capite.
Al mercato non compro nulla, sono troppo incuriosita dai locali e passo il tempo a fare fotografie e a parlare con i venditori, mi lascio però incantare da un negozio di tattoo. All’esterno sono esposte le fotografie di diversi tatuaggi maori. Il tatuatore è un bel ragazzo con il corpo decorato da questi disegni porta fortuna, mi chiede se ne voglio fare uno e per un attimo penso che sì, mi piacerebbe ricordarmi per sempre di quel momento, ma poi rifiuto, non abbiamo tempo, “maruru”.
Sono le 14 quando sbarchiamo a Rangiroa, la nostra casa per questi giorni sarà il Kia Ora resort, un posto stupendo, uno dei luoghi che ricordo meglio del mio scorso viaggio.
Pranziamo velocemente per avere tempo di goderci tutto il pomeriggio e sfruttiamo la luce del tramonto per fare qualche scatto: fiori tra i capelli, parei colorati e sfondo naturale che sembra un dipinto.
La sera ci godiamo lo spettacolo polinesiano: donne, uomini e bambini danzano a ritmo di tamburi e tamburelli, muovendo il bacino. Si muovono insieme a queste gonne colorate, indossando corone di fiori o cappelli di paglia. La mia preferita è la bambina in prima fila, è la più sorridente di tutti e quando tutti i ballerini passano tra il pubblico a cercare volontari, lei viene proprio da me.
E così anch’ io mi cimento in queste danze tipiche e ammetto che avrei continuato a ballare per tutta la sera.
Vado a letto con il sorriso, vorrei che questi giorni non finissero mai.