Sono stati chilometri di pura avventura quelli percorsi nella spedizione del Sahara 1998, che ha visto il team di Donnavventura alla scoperta del più grande deserto caldo della Terra.
La carovana, composta da cinque imponenti mezzi fuoristrada, è partita dal porto di Genova ed è sbarcata a Tunisi. Una breve tappa a Monastir per poi arrivare a Djerba, la più grande isola del nord Africa; ma la meta di questo viaggio è la Libia, paese difficile, sottoposto ad embargo e per entrarvi è stato necessario ottenere dei permessi speciali. Varcato il confine, la carovana raggiunge Tripoli, la capitale, per poi inoltrarsi nel cuore del deserto, fra le sue dune più maestose.
Questa è l’Africa, la più antica delle terre emerse, un paese pieno di contradizioni e fascino dove ancora la natura è selvaggia e incontaminata, con i suoi antichi abitanti che con coraggio e dignità affrontano, giorno dopo giorno, una terra che non regala nulla.
In questi luoghi l’uomo non ha potuto piegare il paesaggio al proprio volere, la natura ha vinto e lui ha dovuto adeguarsi per non soccombere.
Nessun posto è come il deserto, un meraviglioso vuoto pieno di contenuti capace di affascinare anche i più scettici.
Raggiungere la regione d Fezzan, nella parte sud occidentale del paese non è stato affatto facile, il team ha dovuto fronteggiare diverse tempeste di sabbia, ma una particolarmente violenta ha rimodellato completamente il paesaggio, facendo perdere ogni punto di riferimento. Non sono mancati neppure i guasti meccanici che hanno costretto all’abbandono di due mezzi della carovana a breve distanza l’uno dall’altro, nonché di alcuni bagagli e casse di viveri, per far posto alle ragazze rimaste a piedi. I mezzi verranno successivamente recuperati grazie all’intervento dell’esercito. La squadra intanto si lascia lo sconforto alle spalle, si rimbocca le maniche ed affronta uno dopo l’altro tutti gli inconvenienti di questo viaggio che si fa sempre più impegnativo. Si sgonfiano gli pneumatici e si procede galleggiando tra le dune dorate, sino a raggiungere il primo villaggio. L’accoglienza da parte della popolazione tuareg è di quelle che non si dimenticano, volti sorridenti e festosi accompagnano il pasto preparato per il team costituito da piatti tipici a base di mais, riso e carne di cammello. Il peggio sembra essere passato quando la carovana riparte puntando in direzione nord. Si raggiunge il lago Mandara che appare come un miraggio, con gruppi di bellissime capanne affacciate su quell’irreale specchio d’acqua blu cobalto. E’ una visione che ripaga della fatica e della paura provate sin ora.
La spedizione volge al termine, si punta ancora verso nord sino a raggiungere Tunisi da dove si fa rientro in Italia con uno straordinario bagaglio di avventure, ricordi ed incontri indimenticabili.
Hanno partecipato alla spedizione: Silvia, Claudia, Eliana, Antonella, Raffaella, Federica, Rita, Valentina e Manuela.
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