Colore ed allegria sono state le indiscusse protagoniste del Grand Raid 2008. Un viaggio che comincia dalle grandi città del Brasile, da centri come San Paolo e corre veloce verso le spiagge infinite di Ipanema e Copacabana a Rio de Janeiro; dal verde intenso dell’Amazzonia al cuore del Caribe. Un itinerario tanto insolito quanto vario, che ha visto impegnate nei quattro mesi del Grand Raid ben dieci ragazze.
Il terzo giorno, le inviate approdano nella città carioca, col suo Cristo Redentore che le accoglie dall’alto del Corcovado. Il lungo mare di Rio pullula di anime dalle prime ore dell’alba sino a notte inoltrata: chi corre, chi passeggia, chi si tuffa tra le onde e le reporter non mancano di documentare abitudini e stravaganze della popolazione locale.
Lasciata la megalopoli brasiliana, dall’antico percorso dell’ “Estrada Real”, sulle tracce dei cercatori d'oro e dei commercianti di pietre preziose, la carovana giunge a Salvador di Bahia e al suo cuore pulsante: Pelourinho, dove la musica brasileira regna sovrana in ogni angolo.
E’ poi la volta di Recife, dove il team assiste a una performance di Capoeira, in origine un’antica lotta tra schiavi, promossa, solo di recente, a danza tipica brasiliana. Ma non è solo la danza a farla da padrone, le ragazze trovano anche il tempo di avvicinarsi allo sport acquatico più famoso del paese e tra le onde dell’oceano si dilettano col surf. Giusto il tempo di prendere la mano ed è già ora di partire…
A poco a poco, il viaggio entra nel vivo e anche alle giovani reporter viene richiesta praticità e spirito di adattamento: gli alberghi di lusso cedono il passo alle notti sulla spiaggia e, per fortuna, anche alle tipiche puosadas ruspanti e colorate, di certo meno confortevoli ma molto più poetiche.
Si risale verso Nord, costeggiando l’oceano con le sue lunghe spiagge bianche per migliaia di chilometri, fino alla foce del Rio delle Amazzoni. È lungo questo tragitto che si incontrano villaggi magici e unici al mondo, quali Canoa Quebrada, Jericoacoara sino all’ultimo avamposto del Maranhao: Caburè. Da qui, risalendo il Rio Preguicas, ecco Barrerinhas e lo splendido Lençois Maranhenses, area protetta che offre uno spettacolo unico al mondo: dune di sabbia bianchissima intervallate da vere e proprie piscine naturali di acqua piovana, dove l’unica cosa visibile è il riflesso cangiante degli immancabili pick up. Tutto intorno: il nulla!
Inizia poi la lunga navigazione del Rio delle Amazzoni a bordo del Benjamin, un “barco traditional”, che conduce la carovana fino all’imbocco con la “Selva”: il cuore nevralgico dell’Amazzonia Brasiliana. Ben 800 km di fiume che serpeggia silenzioso, punteggiato qui e là da visioni indecifrabili e minuscoli villaggi! Per oltre un mese si dorme in amaca, in barca e talvolta nella giungla. Gli incontri con la fauna locale sono numerosi: dai tucanos dal grande becco ai temibili piranhas, dai caimani jacaré ai delfini rosa (detti “botu”), fino a scoprire l’anaconda, tra i serpenti più lunghi e più pesanti del mondo.
È un periodo di grandi emozioni e di fatiche altrettanto grandi e tra un ostacolo e l’altro il team fa il suo ingresso in Venezuela. Si naviga sino alla foce dell’Orinoco, popolata dalle ormai rare tribù dei Warao, genti che abitano sulle acque dei 40 canali principali che costituiscono l’immenso delta di questo fiume. Si tratta di semplici palafitte di legno provviste di un tetto ma senza lussi né pareti... eppure sembrano felici, perfettamente soddisfatti.
Per ragioni di sicurezza, invece di passare per la costa e fare rotta su Maracaibo come da programma iniziale, lasciata Caracas la squadra punta sulle pendici delle Ande, fino a raggiungere quota 4.800 metri, per poi riscendere a San Cristobal ed entrare in Colombia.
la Transandina, la strada asfaltata più alta del Paese, è un continuo rincorrersi di curve, strettoie e tornanti con escursioni termine che vanno dai 35 ai 10°C!
Imbarcati i pick-up su un traghetto per Panama, il team può andare alla scoperta dell’arcipelago del Rosario, con un’esplorazione che prosegue fino alle incontaminate coste di San Blas (a largo di Panama), un arcipelago di 366 isolotti estraneo a qualsiasi circuito turistico, abitato solo in parte dalla popolazione dei Kuna, indios che mettono la donna al centro del mondo… E come non capirli! Non per nulla regna sovrana un’aria di pace e di incredibile armonia. Un paradiso di sabbia bianchissima e palme da cocco interamente circondate dall’azzurro.
Lasciata Panama, il viaggio continua in Costa Rica, tra chilometri di teleferiche e piattaforme sospese a oltre 200 metri d’altezza; le giovani inviate non si sono fatte mancare neppure questo piacere e hanno ammirato la foresta lanciandosi nel vuoto, lungo i caratteristici cavi d’acciaio, tra innumerevoli timori ed emozioni elettrizzanti!
E dopo una navigazione in catamarano di fronte a Playa Potrero, nelle acque dell’Isla Catalina, la carovana è giunta in Nicaragua per scoprire Granada! Un piccolo scrigno di storia, mura antichissime e viuzze colorate.
Ultima tappa: l’Honduras. Si raggiunge Tegucigalpa e subito si vola verso La Ceiba, alla volta del famoso Cayos Cochinos. E’ qui che vivono i Garifuna, discendenti degli antichi schiavi africani costretti a lavorare nelle colonie spagnole. Una popolazione dedita alla pesca, alla semplicità e all’allegria che, senza chiedere nulla in cambio, ha accolto le inviate nelle proprie capanne come fosse la cosa più normale del mondo. Ed è proprio in Honduras, nell’isola di Roatan, che si conclude anche l’ennesima avventura delle nostre inviate.
Nuovi ricordi, grandi sorprese e trascinanti emozioni che le parole, difficilmente, riusciranno a raccontare!
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