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10/10/2024: Mar Rosso egiziano - Il Reportage di Clarissa

Verso l’Egitto volgiamo il nostro viaggio, desideriamo che sia lunga la via e colma di conoscenza.
Da oggi ci saranno tanti mattini d’estate che ci vedranno entrare in posti sconosciuti prima. Donnavventura ci ha donato questo viaggio, e noi con la cautela dei cristalli lo affronteremo, faremo brillare la costellazione più antica e dolce viva solo all’epoca dei faraoni.
Qui in questo punto del mondo, in queste terre di Medio Oriente non posso non pensare alla regina che sedusse tutti: Cleopatra. Lei che dipingeva i suoi occhi con un tocco di carbone e le sue gote con dei papaveri fatti macerare in acqua gelida.
Dove ti trovi oggi Cleopatra?
Anche se tutti sappiamo bene la sua vita, ci sono certe storie così tanto inimitabili che attraggono tuttora la curiosità e l’interesse di nuove genti attraverso i secoli, con Cleopatra si dimostra quanto è vero che all’origine di ogni grande cosa c’è una donna. Qui in Egitto il suo fascino si avverte, si sente. La sua aura disegna il cammino del nostro viaggio.
Lungo il Nilo si svegliano nudi gli uomini e si bagnano nel fiume mentre noi vaghiamo in estremi sonni.
Iniziano a traboccare i cinguettii, il muggito dei bufali. Il giorno è già giorno.
Ci cingiamo del sole
Eterno mio sempre.
Ogni tanto qualche veliero si avvicina
Tra di loro ci sono coloro che sgusciano furtivi con fare sospettoso, vogliono venderci i vestiti.
Io sto seduta. Fantastico. Vedo forme di beltà delineata, uniforme, puntiforme, centellinata. E che mi sia dato fantasticare! Persa in balia del sogno, abbandonata a quel fiume fievole, ammiro i bufali che camminano nell’acqua, si fanno il bagno e poi corrono dietro ad un bambino. Sulle sponde del Nilo c’è la vita vera.
In questo luogo dove la parola regna regina non posso non far vivere parole di poetesse che hanno lasciato un segno nella mia vita. Ad ognuna delle donne del villaggio lascio passare il mio libro sulle loro mani invitandole a esprimere un desiderio e poi ad aprirlo. Io leggo le poesie che ne escono dal loro aprire. Una tra le donne è seduta in disparte, mi fa dei segni da lontano, vuole che mi avvicini per fare questo gioco anche a lei, non avevo capito che non si poteva alzare per un problema alla gamba. I miei occhi al sentire il suo desiderio si impregnano di lacrime, apro il libro e vi è scritto “molto popolata immensità di guarigione”, la donna dalla gamba dolente mi guarda e mi ringrazia. Questa è la magia della poesia. La poesia non morirà mai, la poesia è un linguaggio universale, un credo comune, la poesia è una grande arma di difesa, la poesia è quel meccanismo sacro che ti permette di poter dire tutto ciò che vuoi, la poesia è cosa vera. Oggi tutte noi donne eravamo accomunate da una cosa, dalla poesia, sacra mia sempre.

Egregia Iside, Grande Maga, protettrice e garante di una felice navigazione,
non solo dispensatrice di vita felice al di là della morte, ma pure in grado di far calmare gli agenti della divina follia.
Volevo ringraziarla perché oggi ci ha donato magia alla giornata.
Il vento ha portato avanti ai miei piedi una vecchia pagina rovinata, ingiallita, bucata.
Scopro che è l’ultima pagina del Corano. La proteggo e la custodisco per sempre con me, mi hanno detto che mi proteggerà.
Questo modo di parlare mi induce a pensare che il linguaggio non può esprimere la realtà: solamente possiamo parlare dell’ovvietà. Da ciò nasce il mio desiderio di scrivere in una maniera surreale per non parlare dell’ovvio ma di ciò che si nasconde dietro l’ombra.
Spero di esser riuscita nella mia impresa: dar vita alla magnificenza di questi dintorni in una composizione poetica!
Chiudetevi, finestre della ciglia, perché il sole d’oro d’Egitto non sarà contemplato da pupille così regali, come quelle di noi Donneavventura. Ora quando tornerò a casa nessuno più mi chiamerà Cleopatra. Cleopatra: quanto vorrei incontrarti!

Clarissa


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