






29 settembre, mare mare mare ma che voglia di nuotare
In questi giorni sono così felice che niente e nessuno può abbattere il mio entusiasmo. Ci siamo immerse con maschere, pinne e boccaglio, nell’unica lingua di sabbia sperduta in mezzo al mare, su cui io sia mai stata! Si chiama isolotto di Seal e si trova a una mezz’oretta di navigazione davanti ad Hamata, ancora parte dell’area protetta della valle dei dromedari.
Un isolotto circondato da una barriera corallina molto profonda, così tanto che avrei voluto avere le bombole per andare fino giù, dove il mare diventa sempre più scuro perché anche la luce fatica a passare, è casa dei pesci quella e bisogna entrare con delicatezza.
Mi diverto sempre a scoprire pesci nuovi e a visitare le loro casette colorate, alcuni più timidi, altri più curiosi, si sono tutti pavoneggiati un po’, compreso il pesce pagliaccio, per gli amici Nemo! Che faceva avanti e indietro, passando per la porta di casa sua. Un’altra bellezza è arrivata a Berenice, quando sotto di noi, una tartaruga nuotava dolcemente a raso sabbia, in cerca di cibo, quelle sue zampette si muovevano come le ali di un uccellino, sembrava stesse volando un po’. La sua casa lei se la portava dietro e l’ho invidiata un po’, perché mi manca sempre la mia quando viaggio e scopro nuovi posti, nuove cose, penso ai miei genitori e all’importanza dell’amore. Chissà se i pesci si amano, se si fidanzano. Io li vedo nuotare in coppia a volte, altre da soli, chissà se hanno da fare, se vanno a spasso in compagnia di loro amici. Loro non parlano, molto meno degli animali sulla terra, sono ancora più segreti là sotto, dove nessun suono disturba la loro vita quotidiana. Ho sempre voluto vivere sott’acqua ed essere uno squalo. Con quel fare così duro ma che duro non è, è solo affamato a volte. Anche io sono un po’ così. E poi è bello, elegante ma rozzo.
Un pomeriggio a Berenice, abbiamo fatto lezione di windsurf al tramonto, amo gli sport acquatici e provarli tutti, amo sudare e poi buttarmi in acqua così da non sudare più! Non avevo mai gestito il vento in vita mia, la percezione è stata davvero rilassante, seppur faticoso, quando si alza la vela, magicamente il vento ti culla un po’. E mentre tu fatichi con le braccia, sembra non importare. Io e Giulia siamo salite in due su una tavola e ci siamo fatte trasportare dal vento, fino a che non stavamo per raggiungere le coste del Sinai e quindi siamo tornate indietro a nuoto, spingendo la tavola e vela compresa, con le braccia!
Amo la sensazione del costume bagnato addosso, con le luci del tramonto a circondarmi, vorrei restare così per sempre. Da quando sono piccola non mi va mai di cambiarlo… ed è ancora cosi!
1 ottobre, terre mozzafiato
Ancora una volta vedo la grande bellezza dell’Egitto attraverso la natura. Il deserto orientale, ospita la Valle dei dromedari, chiamata così non per puro piacere ma perché è una vera terra desertica, ricca di montagne rocciose, qualche albero di acacia, e centinaia di cammelli qua e la, che si riparano dal caldo sotto queste sole foglie. Per km e km abbiamo guidato un fuoristrada, passando tra questi meravigliosi animali gobbi che si spostavano con neanche troppa attenzione, cosa che quindi devi avere tu perché quella è casa loro. Il paesaggio era meravigliosamente silenzioso. Sembrava uscito da un film Disney che amo, Il Re Leone, in quella scena dove gli gnu corrono all’impazzata e Simba, il piccolo leoncino, li guarda stupito dall’alto. Mi sentivo così, un piccolo leoncino stupito, che navigava in questo mare di nulla che sembrava però più ricco che mai. Dei beduini accesero il fuoco per noi e si diedero da fare per prepararci un the e caffè tipico a base di zenzero. Abbiamo assaporato ogni cosa, ridendo, scherzando e ascoltando qualche poesia di Clarissa, che loro curiosi facevano finta di capire per non interromperla.
Siamo stati lì fino al calar del sole e quando quella palla di fuoco si è nascosta fra le montagne, lasciando il suo colore dorato in giro, io non ero ancora pronta ad andare.
2 ottobre, il mio posto preferito
Finalmente quel giorno è arrivato, lo aspettavo da quando sono partita e sapevo che non sarei tornata a casa senza questo ricordo. Non so come, ma lo sapevo.
Mi sono messa le mie amate finte branchie!
Uno dei miei posti preferiti del mondo è stare sott’acqua e devo dire che il Mar Rosso ha saputo stupirmi.
Mi sono immersa con le bombole e siamo arrivati a quasi 20 metri. Costeggiando un muro infinito di barriera corallina, che andava sempre più a fondo. Ogni piano era abitato da pesci colorati, grandi, veloci, lenti, curiosi, impauriti. Un condominio marino così popolato non l’avevo forse mai visto. Nemo sembrava un pesce gigante visto da là sotto. Una bellissima razza mangiava mimetizzandosi nella sabbia e il pesce scorpione muoveva il suo corpo a ritmo d’acqua, sembrava proprio danzare spensierato. Passare fra le grotte mi faceva sentire ancora più estranea, mi sentivo nei loro corridoi e mi muovevo lentamente per non dare fastidio a nessuno. Sarei rimasta le ore a spiarli nelle loro case e nei loro sguardi buffi, come il pesce Nemo incuriosito dal mio ditino, che delicatamente provavo ad avvicinargli per giocare un po’, sapendo che fossi davanti ad un simpatico pesce pagliaccio!
Poi l’ossigeno calava ed io dovevo tornare in superficie, alla vita vera.
Ma non dimenticherò mai quel bellissimo paesino colorato. Ogni volta che mi immergo, ricordo quanto sia speciale il loro silenzio. Le orecchie si tappano e non c’è niente che possa disturbarti, solo piccoli movimenti impercettibili che bisogna saper ascoltare con attenzione, se non ci si vuole perdere anche quelli. Amo quel silenzio, fa ascoltare se stessi al massimo delle proprie capacità, senti il tuo cuore, il tuo respiro ed i tuoi pensieri. Non ce niente di più bello e personale. Anche questa volta, sono riemersa a bocca aperta, con gli occhi salati e pieni di colori.
8 ottobre, ultima settimana
Sono passati un po’ di giorni da quando ho parlato l’ultima volta. C’è che mi godo ogni giornata e alla fine sono così stanca, che dopo aver lavorato, crollo sul letto. Abbiamo risalito il Mar Rosso e visto molte altre barriere coralline, pesci e ho sognato su molte altre loro storie. E i delfini! Tre meravigliosi delfini che nuotavano in sincronia. Li ho fotografati dall’alto di una barca, vicino all’isola che non c’è. No, non è un modo di dire, ma un bellissimo nome per una lingua di sabbia che appare e scompare con l’alta e bassa marea, quindi a volte c’è ed altre no. Intorno a lei, muraglie di magnifiche barriere coralline. Mi stupiscono questi mari, molto più vissuti sott’acqua che nel deserto stesso… un paradosso davvero incredibile. Dalla barca vedevo montagne di sabbia dura costeggiare km di mare.
Ho gli occhi pieni di bellezze e se li chiudo un attimo… li rivedo tutti.
Vedo come prima cosa i visi pieni di sabbia dei beduini, con il loro sorriso sfatto ma sempre pronto ad essere sfoggiato. Vedo la timidezza delle donne cui sorridevo ogni qual volta le incrociassi, e loro coprendosi un po’, ricambiavano sempre. Che belle le donne, quelle timide, quelle spavalde, quelle forti e curiose, le mamme, le nonne. Che belle le donne indipendenti, le donne libere. Vedo i bambini e le bambine, correre con i piedini sporchi di terra, gli occhi dalle lunga ciglia, che spesso socchiudono arricciando il naso, per il vento d’Egitto che non smette mai di soffiare. Sono espressioni buffe che mi piacciono da pazzi. Mi ricorderò dei colori di questa terra, il giallo, il verde e l’azzurro, a volte insieme, come sul Nilo, padre d’Egitto. A volte sparsi, come quando dal mediterraneo abbiamo attraversato il deserto e poi le oasi, dalle più aride alle più rigogliose di nuove vegetazioni, praterie circondate da dune, e poi di nuovo mare, il mar rosso. Un oscillare di questi tre colori, che si mischiano, si superano, si distaccano, si sovrastano, si annullano e arricchiscono. Questi tre colori in superficie e tutti gli altri sotto i mari. Lo strano caso di questa terra magica. Un po’ singolare, di solito è sempre l’opposto. Ma lei è cosi, viaggia al contrario, è avanti anni luce seppur restando indietro. È una terra in cui si può credere a ciò che si vuole, non c’è una religione nel vero Egitto, loro credono nella natura. Nella forza del Nilo. Non so se è chiaro, nel Nilo! Un corso d’acqua, chi mai crederebbe oggi in qualcosa di simile? Be io ci ho creduto. Ho creduto ai loro racconti e ora capisco molto di più, dire di credere nella natura ha più senso che mai. La natura va curata, custodita, protetta, amata, non c’è niente di più forte di lei e quando si ribella, nessuno la ferma. Non è forse un Dio questo? La natura è Donna. È forte, determinata, se la chiudi lei cerca l’indipendenza, scappa. Deve scappare! Perché è senza di lei che il mondo non può andare avanti. Così come il Nilo, ha dato vita a un mondo nuovo intorno a lui, come una mamma che non muore mai.
9 e 10 Ottobre, Fine
Non avevo mai guidato un quod e figuriamoci nel deserto. Ho mangiato sabbia con molto piacere, i miei occhi lacrimavano nel vento, ma mi sentivo una piccola Tomb Raider a sfrecciare un po’ schivando sassi e dune, sulle quali infossarsi era una passeggiata.
Mi sono divertita come una pazza e ho anche pensato di volere un quad per sfrecciare tra le strade di Milano. Mi sono sentita viva come piace me. Sentivo ogni tanto le altre ragazze urlare di gioia mentre mi passavano vicino. Era la conclusione perfetta per un’avventura così unica.
Così arriva l’ultimo giorno, quando meno te lo aspetti ti svegli e sai che dal giorno dopo torni alla tua vita. non sentirai più la radiolina suonare al mattino per darti il buongiorno. E suonare ogni qual volta ci fosse un richiamo all’ordine, un bisogno. Sostituì il mio telefono ormai 45 giorni fa. E alla fine non è stato niente male.
Giulia, la mia piccolina. Ho iniziato con lei tutta questa meravigliosa pazzia. A La Thuile passando una settimana per l’addestramento. E dopo mesi… arriviamo in Egitto! Ho conosciuto una persona solare, unica. Intelligente e bella. Spesso ingenua… e questa è la cosa che mi piace di più.
Poi a un certo punto, arrivano loro, Clarissa e Alice. Clari è folle, è una poeta lei, vive la vita come le persone migliori che io abbia incontrato girando il mondo prima di ora. È un’assoluta.
Alice, la mia bella camomilla. È una principessa abbronzata, come Pocahontas! E proprio come lei ha una bellissima curiosità. È una guerriera però, non si farà mai mettere i piedi in tesa. Sa quello che fa.
Sono felice e immensamente grata di aver avuto quelle 5 donne al mio fianco.
Che ora, come questo Egitto, fanno un po’ parte di me.
Ora mi risveglio da questa scrittura. Mi sono fermata e so che fra qualche ora torneremo a casa. Non ho nostalgie o rimpianti, mi sono goduta ogni cosa, sembra di essere partita ieri ma al tempo stesso un anno fa.
Ah, la sensazione dei viaggi!
Quella che me li ha fatti amare così tanto. Non smetterò mai mai mai di sognare.
A presto mondo,
a presto Donnavventura
Vanessa
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