






Due settimane bastano per vedere uno stato grande come il Marocco? Bastano per comprenderne la sua complessità e cultura: questa è la sfida ambiziosa che ci siamo posti.
Abbiamo attraversato canyon, valli, distese brulle, deserti, scogliere a picco sul mare, foreste. Abbiamo mangiato ogni tipo di piatto tipico marocchino, parlato con donne che raccoglievano piselli in mezzo a un campo, fatto cene lussuose in locali alla moda, accarezzato caprette, cavalcato cammelli sulle dune del Sahara al tramonto, provato le delizie dei banchi della piazza di Marrakech, fatto il rituale tipico dell’hammam, visitato le concerie di Fès, salutato bambini che giocavano lungo la strada, visto le onde dell’oceano infrangersi contro gli scogli di Essaouira. Ma sento che tutto questo non sia sufficiente a raccontare la complessità del Marocco.
È molto di più!
Questo Marocco mi ha fatto rivalutare la figura della donna e l’importanza della libertà individuale, mi ha fatto capire quanto sia fondamentale il rispetto nella cultura marocchina, quanto il privilegio – che chiaramente tutti noi abbiamo – possa essere un’arma a doppio taglio, costringendoci a vivere una vita meno vera, ma al contempo quanto sia difficile vivere una realtà lavorativa così arretrata in tanti ambiti.
I profumi, i colori, le persone mi rimarranno dentro, saranno per sempre parte di me.
Credo che ogni viaggio sia unico e che abbia il potere di lasciarci sempre il segno, facendoci uscire dai nostri schemi abituali, dalla nostra comfort zone. E anche questa volta ho sentito forte l’impatto violento con un popolo così vicino, ma allo stesso tempo così distante.
Rimango spesso affascinata dai personaggi che incontro nei miei viaggi, pensando che le nostre vite siano come due linee che si incontrano solo in un punto: in quel momento che si esaurisce in uno sguardo e che non si rincontreranno mai più. Tutto questo ha un sapore dolceamaro.
Rientro a Milano stanca, ma felice, con la certezza ancora più forte di prima che amo viaggiare, che amo conoscere nuove persone e culture, che ho tre nuove amiche con cui ho condiviso tutto e che non vedo l’ora di ripartire per una nuova avventura!
Aurelia
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