Sveglia alla solita ora con la radio, colazione molto buona con tantissimi dolci diversi, yogurt, frutta e datteri. Cariche per la giornata che ci aspetta, andiamo a visitare Ait Benhaddou, a pochi chilometri dal nostro riad.
Da lontano sembra una città veramente magica, tutta la città è dello stesso colore della terra, infatti le mura sono fatte di fango e paglia impastati insieme. Ci addentriamo in questa città suggestiva e, dopo aver attraversato molti negozietti, saliamo fino in cima alla fortificazione per ammirare il panorama.
Ne approfittiamo per un ottimo tè e per girare degli audiovideo.
Ait Benhaddou è un villaggio fortificato del XIV secolo, che si trova in una posizione strategica tra il deserto del Sahara e Marrakech, situato ai piedi della catena montuosa dell’Atlante. Il villaggio è patrimonio dell’UNESCO dal 1987 ed è stato, e tuttora è, set di importanti produzioni cinematografiche come Lawrence d’Arabia, Il Gladiatore e Game of Thrones.
Nel frattempo, Mauri è rimasto nel nostro riad e ne ha approfittato per fare svariati video e immagini del paesino e della moschea del villaggio.
Terminata la scoperta del villaggio, partiamo alla volta di Agafay, distante 250 km.
Attraversiamo paesaggi surreali, paragonabili a quelli di Interstellar, in cui la terra è a strisce di colore diverso e dove non cresce nemmeno un arbusto.
Passiamo attraverso un mercato in una cittadina molto movimentata, ed è bello vedere quanto sia brulicante di vita.
Arrivati ad Agafay, vediamo il villaggio di tende nel quale staremo per la notte. Super lussuoso!
Ne approfittiamo per girare qualche immagine all’ingresso in tenda.
Andiamo a cena tutti insieme alle 8. Mangiamo una buona zuppa marocchina e una tajine di pollo e pesce, con della buona frutta fresca per concludere. A rallegrare la serata c’è anche uno spettacolo di un mangiafuoco, una danzatrice del ventre e un gruppo che suona musiche africane. Noi, stanche fisicamente ma sempre pronte a fare festa, ci mettiamo a ballare con loro! La giornata è stata lunga, è ora di riposare per l’indomani.
Dal diario di Aurelia
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