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Sole, colori e cultura a Marrakech

Il sole oggi splende sereno su Agafay, anche se c'è qualche timida nuvoletta che presto scompare.
Una bellissima colazione con vista deserto e, sullo sfondo, montagne innevate ci accoglie appena sveglie.
Fatto qualche scatto e battuta nel nostro campo, ci mettiamo in viaggio per Marrakech. Sulla strada ci imbattiamo in numerosi gruppi di cammelli e in personaggi interessanti che catturano la nostra attenzione.
Arrivati a destinazione, al nostro hotel all'interno della medina, siamo accolti con del buon tè e dei pasticcini. Posiamo i bagagli nelle camere, che sono veramente belle e lussuose, e poi ci ritroviamo tutti a bordo piscina per un buon pranzetto al sole. Finalmente un po' del famigerato caldo tipico del Marocco!
Subito dopo pranzo, abbiamo deciso di fare un giro nella medina. Attraversando la piazza principale, siamo entrati nei vicoli dove vendevano datteri, olive in tutti i modi e mazzetti di menta, per poi passare ai vicoli degli artigiani. I nostri occhi si riempiono di colori sgargianti, tessuti lussuosi e lampade mozzafiato. Il souk (mercato) di Marrakech è brulicante di vita e ci sorprende per la varietà di articoli presenti. Mentre passeggiamo per il souk, incontriamo donne interessanti che fermiamo per chiedergli la loro storia. È sempre bello incontrare persone nuove e interessanti!
Tornate in hotel, abbiamo un po’ di tempo per noi e decidiamo di andare tutte insieme nella palestra dell’hotel.
Ore 19:30, giriamo qualche battuta nel nostro hotel, poi tutti a cena fuori; oggi al Comptoir.
Un ristorante molto famoso e rinomato, che ci travolge con la sua atmosfera accogliente e piacevolmente arabeggiante. La cena è tra le migliori mai fatte nell’intero viaggio, e la compagnia di Andrea, Giulia e Rafi (rappresentante dell’ufficio del turismo) migliora ancora di più la serata. Durante la cena, c'è anche uno spettacolo di danzatrici del ventre che ballano tutte intorno a noi e con noi, e addirittura, dopo la cena, facciamo una foto con il nostro chef, un giovane italo-marocchino.

Dal diario di Aurelia

 
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