






Sono le 00:30 e mi trovo in questa camera dell’hotel Radisson ad Andernatt, in Svizzera. Fuori siamo già a zero gradi, se provo a guardare dalla finestra vedo ben poco, tanta nebbia, sembra di essere in mezzo alle nuvole nella più totale pace e questo mi piace molto. La pace che c’è in questo posto è la stessa che ho io nel cuore ogni secondo di quest’esperienza.
Siamo partiti da Milano, e fin lì tutto tranquillo, ancora non ci credevo sono sincera. Pian piano però, tra la preparazione dell’equipaggiamento nelle nostre fedelissime jeep, a cena qualche racconto di Maurizio delle precedenti spedizioni, di nuovo la sveglia presto con il buongiorno dalle radioline, la puntualità, il nostro marsupio e il cappello, il sogno iniziava a prendere forma e dentro di me pensavo “ a quanto pare ce l’ho fatta davvero”.
Prima tappa è il monte Tamaro e ho dato veramente il meglio di me, fino ad un certo punto però; mi sono buttata dalla tirolese superando la mia paura dell’aria in velocità, dopodiché mi sono trovata davanti una cosa impossibile: un percorso con scale dondolanti fin su a 15 metri di altezza per poi dovermi buttare con gli apposti ganci da questo jump. Ebbene no, ho preso le mie scaline di discesa e sono tornata giù a terra per la felicità di Maurizio, il nostro capo spedizione che, sicuramente troverà il modo di rimettermi a dura prova.
Dal Monte Tamaro ci siamo spostati a Lugano e seppur era la prima vera tappa ben vicina a “casa” è stato emozionante e bello vedere questa città con una realtà completamente diversa da quella alla quale sono abituata, Roma. Il lago rende Lugano che è già curata in ogni dettaglio, romantica e suggestionale. Per non parlare dell’hotel in cui abbiamo alloggiato, il The View, che a parer mio ci ha dato la possibilità di godere di questo paesaggio mozzafiato per una buonanotte ed un meraviglioso buongiorno.
La mattina seguente, dopo una strepitosa colazione, abbiamo iniziato a lavorare come eravamo state preparate alla Thuile, tra appunti sul nostro quadernino, interviste a persone del luogo, audio-video e, ovviamente, da non scordarsi, il godersi questo stupendo lavoro che a quanto pare ora posso chiamare davvero “lavoro”.
Dunque, da Lugano parte ufficialmente questa spedizione, sento sempre di più l’emozione che mi riempie e colora queste giornate.
Ed eccomi qui, sono andata a ripescare nella testa i ricordi e le sensazioni di questi primi due giorni, ora però, torno in questa camera d’albergo, ad Andermatt. Sono avvolta nelle coperte, ho appena bevuto una camomilla per accompagnarmi a scrivere questo reportage e per conciliare un po’ il sonno. Non che non ne abbia, i ritmi sono veloci e le giornate piene di lavoro con Donnavventura. Do la buonanotte alla mia compagna di camera, nonché collega, mi rannicchio ben comoda e dormo molto volentieri. Domani si riparte e non resta altro da dire se non augurare una buonanotte.
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